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Veneto : a Treviso le reliquie di Teresina di Lisieux e di Louis e Azélie Martin
Quando si pensa ai grandi santi, vengono in mente figure austere, ascetiche, severe. Difficilmente si penserebbe ad una ragazzina ipersensibile morta di tubercolosi a 24 anni. Eppure proprio questa, Teresina di Lisieux, è stata indicata dall’inflessibile papa Pio X come “la più grande santa dei tempi moderni”, tanto da essere diventata patrona della Francia e, pur non avendo mai scritto alcun trattato teologico né fatto particolari studi in materia, dottore della Chiesa (un ristretto gruppo di santi presi d’esempio per ortodossia e illuminazione della dottrina).
La storia inizia, ovviamente, con i suoi genitori. Louis Martin è un orologiaio francese, figlio di un capitano dell’esercito napoleonico. Da sempre contemplativo, voleva diventare monaco, ma era stato rifiutato in quanto ignorante del latino. Poco prima di compiere 35 anni, conosce Azélie Guérin, ricamatrice di 27 anni che, come lui, aveva tentato di diventare monaca, venendo rifiutata per problemi di salute. Si sposano sùbito. Inizialmente, entrambi timorati, vogliono vivere il loro matrimonio nella castità completa. Presto, però, il loro padre spirituale li spinge a pensare diversamente, e si dànno da fare: hanno ben nove figli; di questi, cinque, tutte femmine, arrivano all’adolescenza: Marie, Pauline, Léonie, Céline, e l’ultima, la più piccola, Teresa.
Azélie muore di tumore nel 1877, quando Teresa ha appena 4 anni. Tutte le figlie vengono cresciute dal padre in un clima di profonda devozione: per esempio, aveva ottenuto dal vescovo una dispensa per poter tenere un Santissimo Sacramento presso la propria abitazione. Le preghiere di Azélie, di poter avere figli che seguissero la vocazione a cui lei aveva dovuto rinunciare, vengono ascoltate: tutte e cinque le figlie diventeranno suore.
Della vita e della vocazione di Teresa sappiamo molto: è lei stessa a raccontare tutti i dettagli nella Storia di un’Anima, la sua autobiografia. Nel 1886, a 13 anni, vive una profonda esperienza mistica: ipersensibile verso i rimproveri del padre e già sofferente di depressione, d’improvviso riesce a liberarsi di tutti gli scrupoli concentrandosi sull’idea che il Dio incarnato avesse sofferto per amor suo. L’anno dopo si sente pronta ad entrare in convento come già fatto dalle sorelle: in pellegrinaggio in Italia, incontra il papa Leone XIII e, andando contro il protocollo, gli chiede il permesso di entrare al Carmelo, ma il pontefice la esorta ad
avere pazienza. Nel 1888 entra comunque come postulante, e l’8 settembre 1890 pronuncia i voti. Inizia a scrivere alcune recite teatrali, tra cui la più famosa dedicata a Giovanna d’Arco, che interpreta lei stessa.
Nel 1894 muore il padre Louis. Poco dopo, nel 1896, lei stessa contrae la tubercolosi e inizia a vivere una “notte dell’anima” durante la quale non sente più il trasporto di un tempo ed è tormentata da scrupoli.
Muore due anni dopo.
Poco dopo la morte, le sorelle curano un’edizione dell’autobiografia Storia di un’Anima. Teresa diventa di colpo sorprendentemente famosa, di profonda ispirazione per la sua visione umile, e molti malati iniziano a raccontare di aver ricevuto insperate grazie tramite la sua intercessione. Anche se, di norma, bisogna aspettare cinquant’anni prima del processo di beatificazione, a causa dell’enorme popolarità di Teresa il processo è velocizzato: viene dichiarata beata nel 1923 e santa nel 1927. I genitori, Azélie e Louis, pure vengono dichiarati congiuntamente santi nel 2015.
Nella provincia sono innumerevoli le chiese che contano una cappella, un altare, almeno un affresco dedicato a Teresa di Lisieux. A Oderzo, alla Chiesa della Maddalena, un affresco. All’antica Chiesa di San Giovanni di Motta, una statua. Alla Chiesa di San Giuseppe di Crocetta del Montello, un’altra statua. Una anche alla Cattedrale di Ceneda. Una statua pure alla Chiesa di San Giorgio a Basalghelle e, poco più avanti, un raro capitello con affresco in Via Casoni a Cornarè. Alla Chiesa di San Silvestro a Selva del Montello, una cappella.
Alla Chiesa di Ponte della Priula, una lapide che ricorda la ricezione di una reliquia. E si potrebbe andare avanti ancora per molto. Tale devozione, forse a causa del suo spirito missionario, è particolarmente viva nella diocesi di Treviso. Proprio a Treviso, presso il Convento dei Padri Carmelitani Scalzi, tutti gli interessati alla personalità di Teresa avranno presto la possibilità di assistere ad un evento eccezionale. Sabato 9 dicembre 2023, infatti, alle ore 15.30 si riceveranno reliquie di Teresa di Lisieux e dei suoi genitori Louis e Azélie. La sera stessa ci sarà una catechesi di padre Giuseppe Pozzobon, carmelitano esperto che ha anche tenuto delle
trasmissioni per Radio Maria. Ci sarà quindi la possibilità di venerare le reliquie per tutta la notte. La domenica seguente, un nuovo incontro alle ore 16.00 per le famiglie, quindi le reliquie lasceranno la città alle ore 19:00. Un’occasione unica per passare un po’ di tempo con la santa di Lisieux.
Convento dei Padri Carmelitani Scalzi
Viale Oberdan, 7
31100 Treviso
www.treviso.carmeloveneto.it
Peregrinatio: 9-10 dicembre 2023
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